Perché parliamo di cambia-menti educativi in una comunità che oggi si qualifica come educante? Perché emerge l’urgenza di cambiare il paradigma culturale legato ai modelli educativi quando tanti sono i progetti di welfare di prossimità che parlano di vicinanza e responsabilità educativa (1.b-Welfare-di-comunita.pdf)?
Fondamenti e importanza dei cambia-menti educativi
Quando parliamo di cambia-menti educativi ci riferiamo ai modelli pedagogici contemporanei. Ricca è la letteratura scientifica che ci ha parlato per quasi tre secoli di infanzia e di adolescenza (L’evoluzione della pedagogia e dell’educazione attraverso i secoli), eppure siamo ancora lì, spesso inermi difronte allo sviluppo evolutivo dei nostri cuccioli. La pedagogia ci insegna che per educare occorre affascinare (Intervista a Umberto Galimberti: per insegnare bisogna saper affascinare – Focus Scuola) e che prima di insegnare occorre amare i nostri piccoli e grandi interlocutori (Amateli gli alunni… – Una frase di Maria Montessori in Filastrocche.it). I cambia-menti educativi non possono né devono prescindere dalla partecipazione attiva degli studenti perché l’educazione prevede l’apertura dello stesso discente, dal quale gemmerà la parte migliore di sé (Educere – Significato ed etimologia – Ricerca – Treccani).
Strategie pratiche per promuovere i cambia-menti in educazione
Per poter fare un passo avanti occorre farne mille indietro, che ci piaccia o meno. Occorre ritornare sui modelli educativi di oggi e chiederci cosa hanno a che fare con la pedagogia e il mondo delle scienze educative di ieri. Sulla carta tutto, nella pratica spesso poco. Non occorre inventare nulla. Cambiare paradigma educativo significa tornare alle origini dell’educazione e alla cura degli aspetti emotivi dello sviluppo evolutivo (“La scuola non può essere fatta di docenti affaticatissimi e studenti che tornano in lacrime, bisogna curare gli aspetti emotivi”. INTERVISTA a Daniela Lucangeli – Orizzonte Scuola Notizie). Chiediamoci dunque quanto siamo in grado di cambiare nell’educare. Quanto siamo capaci di ascoltare e sentire l’altro, a casa come a scuola e perché no, nel nostro tempo libero, in un campo che sia di basket o di pallone, ai giardini, in un quartiere, nella nostra comunità di riferimento, quella che educa.
Vantaggi tangibili quando cambiamo il modello educativo
I cambia-menti ci invitano alla riflessione nella comunità educante. Una riflessione che parta dai bisogni dell’infanzia e dell’adolescenza di oggi, senza spostare lo sguardo dove è più facile nasconderlo. Riflettere insieme su che tipo di comunità desideriamo essere apre le porte alla trasformazione della comunità stessa. Trasformare significa cambiare prospettiva, considerare una realtà da diversi punti di vista, senza tralasciare che ogni sistema è sempre molto di più della somma delle sue parti (Psicologia della Gestalt – Wikipedia).
Condividere in una comunità educante le proprie conoscenze e le proprie esperienze educative consente alla comunità stessa di crescere e generare nuova conoscenza, promuovendo possibili cambia-menti nei modelli con cui si educa.
Evita errori comuni: i cambia-menti hanno di difficile solo la resistenza che vi opponiamo
Non è vero che “le persone non cambiano”. Così come non è vero che “chi nasce tondo non può morire quadrato”. Tutto cambia se vogliamo e tutto può trasformarsi e generare bene, per se stessi e per gli altri (Benessere socio-emotivo: il cuore dell’apprendimento – Erickson). Ognuno di noi è chiamato a far parte di una comunità che faccia concretamente la differenza, soprattutto se e quando parliamo di comunità educante.