La scuola è finita o almeno quasi. Ma tu come ti senti? Tu bambino che non vedevi l’ora che suonasse l’ultima campanella e tu giovane adolescente che aspetti gli scrutini come fossero la finale della Champions, come vi sentite? Come vi sentite genitori, quando il registro didUP Famiglia smette di notificare insistentemente il vostro smartphone?

Ma tu come ti senti quando l’ultima campanella suona?

Chiederci come ci sentiamo al termine di un anno scolastico è importante per poter pianificare il tempo estivo e ricominciare al meglio il prossimo anno di scuola.

Il ciclo scolastico è fatto di segmenti educativi (Sistema integrato 0-6). Questo significa che ogni scuola rappresenta una fase specifica del processo evolutivo di ciascuno di noi (La continuità educativa sul piano pedagogico, curricolare e organizzativo | Sinergie di Scuola). I segmenti educativi non sono delineati solo dai cicli scolastici. Anche all’interno della scuola dell’infanzia, come della primaria e secondarie possiamo trovare dei segmenti che rappresentano micro tappe evolutive. Ecco perché diventa rilevante la domanda ma tu come ti senti? Ci consente di autovalutare il nostro percorso individuale di apprendimento. L’autovalutazione ( Autovalutazione a Scuola: Migliora Competenze e Abilità – Erickson) rappresenta un aspetto fondamentale nel processo di apprendimento e consente di posizionarci nel circolo virtuoso dell’apprendimento stesso. Solo chiedendoci come stiamo e cosa pensiamo di aver imparato in un anno di scuola possiamo pianificare i nostri obiettivi didattici futuri.

Strategie utili per imparare a sentirci

La fine della scuola è un momento di cambiamento per l’intera famiglia. C’è chi chiude un ciclo scolastico e c’è chi semplicemente si sente finalmente in vacanza. C’è chi porta debiti a settembre e c’è chi a settembre ripeterà un anno sperando di fare meglio. Ma non si campa solo di speranze. Fare un piccolo bilancio in famiglia rispetto a fallimenti e successi scolastici risulta essere funzionale a vivere in pienezza l’estate, senza emozioni vissute negativamente (emozioni negative – IEPP)  e pensieri dannosi. Una buona autovalutazione nasce dal nostra capacità di sentire come stiamo e riflettere su quanto abbiamo pensato e trasformato in azione durante il periodo considerato. Questo vale sempre, non solo l’ultimo giorno di scuola. Indipendentemente dagli esiti scolastici proviamo quindi ad affrontare serenamente in famiglia un confronto costruttivo che vada al di là della performance da voto fine a se stessa. Ricordiamo che i voti hanno un peso, ma non è assoluto e sovente non danno la cifra delle reali competenze dei nostri figli.

Anche i genitori hanno il diritto di poter esprimere i propri sentimenti legati alla scuola dei propri figli. Il dialogo in famiglia può rappresentare di per sé un elemento strategico da utilizzare per trascorrere l’estate riorganizzando il tempo. Il periodo estivo rappresenta infatti uno spazio temporale prezioso per riposare, tutti, e per trascorrere momenti di vicinanza affettiva con i propri cari, senza trascurare una funzionale organizzazione didattica. I compiti non hanno lo scopo di rovinare le vacanze e se il carico è eccessivo allora non stiamo parlando di compiti, ma di oneri. Suddividiamo i compiti in modo da restituirgli la loro funzionalità che altro non è che di recuperare e mantenere quelle abilità utili ad un sereno rientro a scuola.

Vantaggi del chiedersi reciprocamente come ci sentiamo

Crescono i nostri figli, ma cresciamo anche noi come genitori. Ogni anno rappresenta uno spazio relazionale diverso per tutta la famiglia. Cambiano i ritmi, gli interessi, i desideri e i bisogni. Parlare di tutto questo aiuta l’equilibrio familiare. La scuola rappresenta uno spazio evolutivo fondamentale per i nostri figli. Allo stesso tempo richiede un dispendio di energie anche ai genitori. La riflessione e la cura dell’altro è a garanzia della possibilità di comprendere realmente come stiamo e come stanno i nostri figli. Inoltre fermarci per ascoltarci ci consente di chiedere aiuto se ci rendiamo conto che l’estate da soli è troppo lunga.

Evita errori comuni: se non ti senti bene dillo

Se qualcosa è andato storto durante l’anno scolastico non è la fine del mondo. E’ possibile fare molto nella pausa estiva. Si possono recuperare energie e allo stesso tempo potenziare fragilità. L’estate porta con sé uno spazio familiare prezioso per riprogettare il futuro anno scolastico.