La scuola che desidero è una scuola che accoglie e non disperde. La scuola è per tutti e di tutti, non lascia indietro nessuno, “non uno di meno” diceva don Milani nella sua scuola di Barbiana (Vivere la testimonianza di Don Lorenzo Milani a cento anni dalla nascita).
Fondamenti ed importanza della scuola che desidero
La scuola che desidero è trasversale all’età del discente, questo significa che attraversa le tappe evolutive della crescita dei nostri bambini. Li accompagna giorno dopo giorno (La continuità educativa sul piano pedagogico, curricolare e organizzativo | Sinergie di Scuola). La scuola che desidero nutre il discente di conoscenza, non lo ingozza di informazioni. Nella scuola che desidero ci sono i maestri e le maestre, i professori e le professoresse, il personale ATA e tutte quelle figure significative per gli studenti. Ma chi sono le persone significative per un essere umano? Sono quelle che, a casa come a scuola, hanno lo sguardo rivolto verso il loro oggetto d’amore. L’adulto è chiamato ad accompagnare responsabilmente e intenzionalmente il bambino durante la sua crescita. Ognuno di noi ha il suo ruolo ben preciso, professionale e familiare e non esistono sconti se vogliamo parlare autenticamente di comunità educante (Che cos’è la comunità educante e come costruirla: 7 suggerimenti | Save the Children).
Strategie pratiche per costruire la scuola che desidero
La scuola che desidero è fatta di sorrisi, perché il sorridere attiva il sistema dopaminergico aumentando concentrazione, attenzione e benessere (Ridere rinforza la memoria – Focus.it). La scuola è un incontro di sguardi, tra pari e tra docenti e discenti. Se sposto lo sguardo ti perdo, se ti perdo ti danneggio. A scuola è fondamentale partecipare, perché la vita non è stare sugli alberi a guardare come cantava Giorgio Gaber La Libertà – Fondazione Giorgio Gaber ). La scuola che desidero accoglie l’errore, non lo giudica. Perché l’errore è alleato dell’apprendimento e della capacità di riconoscere dove sono inciampato e come posso fare a rialzarmi, a raddrizzare la mia traiettoria (Cos’è l’errore? Un nemico da evitare e punire o una occasione per l’apprendimento? Dalla pedagogia della resilienza alla metacognizione – Orizzonte Scuola Notizie). Nella scuola che desidero germogliano relazioni, l’aria è ossigeno per imparare a conoscere il diverso da me, non un veleno con il quale farsi a pezzi.
Vantaggi tangibili della scuola che vorrei
Nella scuola che vorrei gli studenti apprendono e gli insegnanti sono i facilitatori dell’apprendimento stesso. Ma cosa significa apprendere? Significa scoprire e potenziare giorno dopo giorno i miei talenti, la ragione per cui sto al mondo trovando in esso il mio posto. E cosa vuol dire essere facilitatori dell’apprendimento? Significa avere la maestria e la professionalità necessarie per porci nella zona prossimale di sviluppo cognitivo (Zona di sviluppo prossimale – Wikipedia). La scuola che vorrei è una palestra dove si generano conoscenza e relazioni affettive, imparando gli uni dagli altri. Direi che i vantaggi sono evidenti…
Evita gli errori comuni: la scuola che desidero non è l’isola che non c’è
Non si tratta di volerci tutti bene e di andare a scuola felici perché so di trovare i miei amici e i miei insegnanti che sapranno affascinarmi, coinvolgermi, farmi fare esperienza della vita e delle leggi che la governano….o forse sì…già…e perché no? Perché mai i nostri figli non dovrebbero andare a scuola con questa certezza nel cuore, sapendo che la loro famiglia e la loro scuola altro non sono che una comunità che ha come fine ultimo il loro sviluppo?