Perché è così importante ricordare che l’autismo non è una disabilità? Perché cambia profondamente il modo in cui ci relazioniamo ad un bambino con il disturbo dello spettro autistico e di conseguenza è possibile modificare la qualità del trattamento che progettiamo per lui.
L’autismo non è una disabilità: fondamenti e importanza
L’autismo (ASD-Autism Spectrum Desorder) è quindi un disturbo del neurosviluppo (Dove Siamo – Centro Aita – Centro Scientifico di Neuropsichiatria Roma) che insorge precocemente. L’autismo è caratterizzato da difficoltà dell’interazione e della comunicazione sociale (Indicatori precoci di un deficit dello sviluppo comunicativo-sociale e aree funzionali dell’intervento educativo-abilitativo attraverso l’utilizzo dello strumento: Scheda di Valutazione – Il TNPEE) unite alla presenza di interessi ristretti e comportamenti ripetitivi e stereotipati (Autismo e disturbi dello spettro autistico | inTHERAPY). La disabilità diversamente rappresenta una limitazione o perdita (conseguente a menomazione) della capacita’ di effettuare una attivita’ nel modo o nei limiti considerati normali per un essere umano. La disabilità è caratterizzata da eccessi o difetti nelle abituali attività, prestazioni e comportamenti, che possono essere temporanei o permanenti, reversibili od irreversibili, progressivi o regressivi(https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaArticolo?art.progressivo=0&art.idArticolo=1&art.versione=1&art.codiceRedazionale=098A4518&art.dataPubblicazioneGazzetta=1998-05-30&art.i).
L’autismo non è una disabilità: strategie per il trattamento
Il bambino con autismo necessita di riabilitare il proprio comportamento attraverso esperienze educative mirate. Risulta fondamentale promuovere nuove abilità cognitive affinché si riducano i comportamenti problema . Ne seguirà il miglioramento delle sue abilità sociali e relazionali. L’ampliamento dei suoi interessi e la riduzione dei comportamenti stereotipati si può ottenere offrendo al bambino opportunità di apprendimento diversificate. Occorre quindi strutturare l’intervento ri-educativo progettando esperienze educative di qualità che aggancino l’interesse del bambino con autismo. Occorre promuovere la motivazione all’apprendere abilità nuove. E’ fondamentale impostare il trattamento del disturbo prevedendo spazi e giochi coinvolgenti, che possano rispondere a quelli che già sono gli interessi del bambino nello specifico. Se riusciamo a coinvolgere un bambino con lo spettro allora riusciremo a promuovere l’apprendimento cognitivo e relazionale. Una buona sessione di training cognitivo non può prescindere dalla misurazione delle frequenze del comportamento del bambino in trattamento. Questo significa osservare ed annotare tutte le richieste e le risposte emesse dal piccolo, sessione dopo sessione, al fine di poter effettivamente misurare nel tempo i suoi progressi cognitivi e comportamentali. Ricordiamo che l’ambiente rappresenta il terzo educatore del trattamento dell’autismo. Occorre allestire l’ambiente, controllare gli stimoli e osservare scrupolosamente il comportamento emesso in un determinato spazio e tempo.
Vantaggi tangibili di diversificare tra autismo e disabilità
Trattare un bambino con il disturbo del neurosviluppo sin dai primi anni di vita gli consentirà di avere sviluppato le abilità necessarie per poter iniziare il percorso di scolarizzazione nel miglior modo possibile. Un bambino che ha potuto partecipare al trattamento di analisi del comportamento applicata ( Cos’è il “metodo” ABA?) avrà sviluppato competenze cognitive e metacognitive al pari di un altro bambino della sua età, compreso il linguaggio. Ricordiamo bene che se un bambino autistico non parla non significa che sia per compromissione del linguaggio stesso. L’emissione delle parole per un bambino con autismo è direttamente proporzionale alla sua volontà di parlare e al suo interesse per farlo. Occorre anche in questo caso lavorare sulla motivazione.
Evita errori comuni: se non imparano come gli insegniamo allora dobbiamo insegnargli nel modo in cui loro imparano
Le evidenze scientifiche ci dicono che un bambino neurodivergente apprende in modo diversificato da un bimbo tipico. Questo non ci deve spaventare, ma spronare ad offrirgli sin dai primi anni esperienze di apprendimento significative e di qualità, progettate e valutate strategiche per il suo specifico sviluppo (Edurete.org).