Mediare in famiglia è la strada che porta al dialogo ( Dïàlogo – Significato ed etimologia – Vocabolario – Treccani ), sempre e per chiunque. Aprire un dialogo significa garantire lo spazio necessario affinché tutti gli attori coinvolti nella relazione possano esprimere il proprio pensiero e accogliere quello altrui, anche se divergente (Pensiero divergente: caratteristiche ed effetti sulla creatività ) . La divergenza di opinioni, se argomentata con educazione e buone maniere, genera conoscenza.
Mediare in famiglia è sempre possibile?
Vediamo insieme quali possono essere le difficoltà che ostacolano la possibilità concreta di mediare nella propria famiglia. Può capitare infatti che le emozioni ( emozioni.pdf ) sovrastino la comunicazione, rendendola disfunzionale alle relazioni affettive. Questo si verifica quando le emozioni non riconosciute perdono di capacità di espressione e di gestione. La rabbia può essere quindi riversata sull’altro, spostando il focus dalla comunicazione tra le parti al giudizio. Il caso opposto è quello in cui tristezza e sofferenza inficiano la possibilità di trovare conforto nell’altro, generando così un vissuto di solitudine e di incomprensione.
Come e quando farsi aiutare per mediare in famiglia
Quando si verificano situazioni in cui la comunicazione familiare viene interrotta non è tutto perduto, anzi è il momento per chiedere un aiuto esterno. È molto importante non tralasciare i non-detti all’interno delle proprie dinamiche familiari. Mediare in famiglia evitare che le incomprensioni si trasformino in pre-giudizi ( Il pregiudizio in psicologia – Santagostino Psiche ) e aiuta a ristabilire equilibrio e armonia all’interno del nucleo familiare. La mediazione familiare può rappresentare quello spazio privilegiato che ci si prende per ristabilire una comunicazione costruttiva in famiglia, sia tra coniugi che tra genitori e figli. Affidarsi al consulente pedagogico può essere un’alternativa valida alla fatica di comunicare e alla chiusura in se stessi. Il mediatore familiare non ha il compito di redistribuire torti o ragioni, ma quello di riaprire i canali comunicativi tra le parti interessate.
Vantaggi tangibili di mediare nella propria famiglia
Lo scambio continuo di pensiero consente a tutti i componenti di crescere, imparando a comprendere l’altro senza giudizio. Poter trovare le modalità corrette per esprimere le proprie emozioni favorisce la comunicazione non-violenta ( Introduzione alla Comunicazione Nonviolenta ) e garantisce coerenza interna al contenuto del proprio pensiero. Mediare il conflitto familiare offre la possibilità a tutti di condividere progetti, più o meno impegnativi, stabilendo obiettivi a medio e lungo termine. Mediare è quindi l’azione quotidiana che garantisce equilibrio e coesione famigliare, senza perdersi d’animo evitando rotture dolorose per tutti.
Evita errori comuni: mediare non è sinonimo di tacere
Sono proprio i silenzi che indeboliscono la comunicazione rendendola inefficace e alle volte anche distruttiva. All’interno di una coppia e di una famiglia la comunicazione deve essere fluente e generativa. Tacere è il primo segnale di una forma di disinvestimento nella coppia e/o nella famiglia. L’equilibrio invece richiede un investimento continuo di energie. Questo non deve spaventare, ma rincuorare, perché tutte le cose belle richiedono fatica. Ma le cose belle non sono quelle per cui vale la pena faticare?