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Pedagogia in Pillole
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Didattica autorevole
L’autorevolezza del docente si nutre di didattica, cioè di metodologie specifiche di istruzione ed educazione. Saper ascoltare i propri discenti e saper diversificare l’apprendimento consente di far leva sui punti di forza degli studenti, educandoli all’ascolto e alla reciproca collaborazione.
Contro la violenza sulle donne
Porsi intenzionalmente come modelli educativi di riferimento accompagna i più piccoli durante il loro processo di sviluppo a riconoscere le emozioni proprie e altrui. Poter far questo innesca un circolo virtuoso di buoni sentimenti espressi attraverso le buone parole. Contrastare il fenomeno del femminicidio esige la promozione dell’affettività e dell’intelligenza emotiva attraverso esperienze significative offerte ai giovani e ai giovanissimi.
Gioia e dolore
Educare i propri figli evitando di sostituirsi costantemente a loro apre le porte all’esperienza significativa di emozioni come la gioia e il dolore. Solo facendo esperienza di una cosa è possibile conoscerla, riconoscerla e gestirla positivamente.
Il tema a scuola
Insegnare a scrivere i temi è fondamentale per lo sviluppo delle competenze metacognitive di tutti gli studenti. Scrivere un tema richiede infatti sviluppare la capacità di riflettere sulle proprie esperienze, dando loro significato e intenzionalità. Il tema è strumento privilegiato della narrazione attraverso la quale bambini e adolescenti interpretano il mondo, risignificandolo a modo loro.
Le competenze metacognitive
Insegniamo ai nostri figli e ai nostri studenti le competenze metacognitive. Perché? perché servono nella vita come qualunque altra competenza scientifica o letteraria. Le competenze metacognitive nutrono i giovani, insegnando loro ad ascoltare gli altri, a coglierne difficoltà e fragilità accogliendo il prossimo nel rispetto delle diversità. Le competenze metacognitive insegnano ai nostri figli a cadere senza paura, consapevoli che saranno capaci di rialzarsi anche da soli.
Dialoghi e infanzia
Dialoghi nella prima infanzia I dialoghi tra genitori e figli rappresentano il canale privilegiato per comunicare con i bambini già dalla prima infanzia. Ma come si fa a dialogare con un bambino quando il linguaggio verbale è ancora destrutturato? Vediamo insieme...
Donne tra famiglia e lavoro
Sviluppare e potenziare le abilità cognitive, affettive e sociali sostiene le donne nel conciliare il tempo dedicato alla famiglia con quello impegnato nel lavoro. La conciliazione tra tempo famiglia e tempo lavoro promuove il benessere di tutte le mamme lavoratrici.
La gentilezza
Educhiamo alla gentilezza fin dai primi anni di vita dei bambini e delle bambine. Insegniamo loro cosa sono i gesti di gentilezza e cosa invece sono gesti che feriscono l’altro. La cura delle persone nasce dalle parole che utilizziamo per comunicare loro i nostri sentimenti. E’ fondamentale riconoscere le nostre e mozioni e quelle degli altri, trovando le parole gentili per esprimerli.
La corresponsabilità educativa
Il patto di corresponsabilità educativa rappresenta l’alleanza tra scuola e famiglia, a garanzia delle opportunità di apprendimento cognitivo ed affettivo realmente offerte agli studenti. Scuola e famiglia devono porsi in ascolto e dialogo reciproco a favore dell’apprendimento significativo dei discenti, al fine di contrastare ogni forma di esclusione, emarginazione e dispersione scolastica.
La relazione tra genitori e figli
Aver cura della relazione tra genitori e figli sin dalla prima infanzia rappresenta la garanzia di prosperità dell’umanità stessa. Aver cura della relazione genitori e figli è possibile, occorre tempo, ascolto e disponibilità a giocare e a mettersi in gioco.
Dubbi Frequenti
Esiste un bonus “pedagogista”?
No, ma esiste l’Indennità di frequenza finalizzata all’inserimento scolastico e sociale per minori con disabilità fino alla maggiore età in possesso dei requisiti sanitari e amministrativi previsti dalla legge. Per richiederla è necessaria una diagnosi rilasciata da struttura accreditata dalla Regione (ASL o centro clinico convenzionato), recarsi dal pediatra che avvia il procedimento compilando la domanda: successivamente occorre recarsi al patronato o accedere al portale dell’INPS e attendere la convocazione per effettuare la visita medica di accertamento.
Il consulente pedagogico si occupa solo di bambini?
Non solo. Il consulente pedagogico studia i processi cognitivo-comportamentali di apprendimento durante tutto il ciclo di vita dell’essere umano. Il consulente pedagogico promuove lo sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale dalla prima infanzia all’adolescenza all’età adulta.
Quanto dura un percorso di consulenza pedagogica?
Il tempo di una consulenza pedagogica varia dalle 8 alle 12 sessioni poiché la metodologia scientifica di riferimento prevede interventi mirati all’analisi del problema e alla definizione di un progetto individualizzato finalizzato alla risoluzione dello stesso. Diversamente per i casi di DSA, ADHD e Autismo i tempi sono strettamente correlati ai bisogni specifici di apprendimento del singolo beneficiario. Diversamente ancora una CTP (Consulenza Tecnica di Parte) ha la durata dell’intero procedimento legale.
Che differenza c’è tra uno psicologo e un pedagogista?
La differenza sostanziale è che il pedagogista non scava l’inconscio, si concentra sul presente in vista di una progettazione mirata al raggiungimento di obiettivi tangibili concordati con il beneficiario. Inoltre il pedagogista si occupa di verificare in itinere il raggiungimento degli obiettivi, sulla base di indicatori di verifica concreti e dove si verifica il mancato raggiungimento degli stessi apporta le modifiche necessarie al successo dell’intervento pedagogico.
Le sessioni di consulenza pedagogica si possono effettuare anche on-line?
E’ possibile valutare ogni singola situazione e richiesta di aiuto; sono preferibili incontri in presenza a favore della relazione educativa. E’ possibile effettuare interventi domiciliari in NET (Natural Environment Teaching) per i casi di DSA, ADHD e Sindrome dello Spettro Autistico.
Perché la consulenza pedagogica?
Perché no? Trova la risposta riportando il tuo bisogno in una prima consulenza pedagogica gratuita.

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